Dal giardino alla tomba vuota - Riflessione di Pasqua del Generale

DAL GIARDINO ALLA TOMBA VUOTA

Dal giardino del Getsemani alla tomba vuota, la Pasqua rappresenta il momento più profondo della storia umana: il compimento del piano di redenzione di Dio attraverso la morte e la risurrezione di Gesù Cristo. Meditando su questa santa ricorrenza, siamo testimoni dell'amore divino che vince la morte stessa, offrendo all'umanità il dono più grande che si possa immaginare: la salvezza eterna attraverso il nostro Signore risorto.

“Poiché Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non muoia ma abbia la vita eterna” (Giovanni 3:16).

Questo versetto conosciuto assume un rinnovato significato quando ripercorriamo gli eventi della Settimana Santa, comprendendo la profondità del sacrificio che l'amore di Dio ha richiesto.

L'ORRORE DEL PECCATO E LA MERAVIGLIA DELLA GRAZIA

Il cammino verso la Pasqua inizia all'ombra del tradimento. Nell'Orto del Getsemani, Gesù ha dimostrato una perfetta sottomissione alla volontà del Padre, anche se la sua anima era “oppressa da tristezza mortale” (Marco 14:34). Nonostante Cristo fosse a conoscenza delle sofferenze che lo attendevano, la sua preghiera riflette un'obbedienza incrollabile: “non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi” (Marco 14:36). Questo momento di suprema resa ci insegna che la vera fede significa fidarsi del piano di Dio anche nelle ore più buie.

Gli eventi che seguirono - il processo fittizio, la crudele flagellazione e il viaggio verso il Golgota - rivelano le profondità del peccato umano e le altezze dell'amore divino. Come profetizzò Isaia secoli prima: “Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti” (Isaia 53:5). Ogni frustata, ogni spina, ogni chiodo testimoniavano il prezzo della nostra redenzione.

Sul Calvario siamo testimoni dell'orrore del peccato e della meraviglia della grazia. La Croce è il simbolo definitivo dell'amore sacrificale, dove il Figlio di Dio senza peccato ha portato il peso di tutte le trasgressioni dell'umanità. "Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui” (2 Corinzi 5:21). Quando Gesù dichiarò “È compiuto!” (Giovanni 19:30), egli ha realizzato ogni profezia, ha adempiuto alla giustizia divina e ha colmato l'abisso tra Dio e l'uomo.

LA RESURREZIONE TRASFORMA OGNI COSA

Ma la Croce non è la fine della storia. Se la morte di Cristo fosse stata il capitolo finale, la nostra fede sarebbe stata in vana. Perciò Paolo ha scritto: “Se Cristo non è stato risuscitato, vana dunque è la nostra predicazione e vana pure è la vostra fede” (1 Corinzi 15:14). La Resurrezione trasforma tutto.

Quando Maria Maddalena e le altre donne giunsero al sepolcro quella domenica mattina presto, sperimentarono il più grande miracolo della storia: la pietra rimossa e la morte sconfitta.

L’annuncio dell’angelo risuona attraverso i secoli: “Egli non è qui, perché è risuscitato come aveva detto” (Matteo 28:6). Queste parole hanno cambiato il corso della storia umana e continuano oggi a trasformare le vite.

La risurrezione conferma tutte le affermazioni fatte da Gesù sulla sua identità e sulla sua missione. Dimostra che egli è davvero il Figlio di Dio, con il potere sulla morte stessa. Così dichiara Romani 1:4: egli è stato “dichiarato Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santità mediante la risurrezione dai morti.”

Le implicazioni della Risurrezione sono profonde e personali. Poiché Cristo vive, anche noi vivremo. La sua vittoria diventa la nostra vittoria, la sua vita la nostra vita. “Ora Cristo è stato risuscitato dai morti, primizia di quelli che sono morti” (1 Corinzi 15:20). La risurrezione garantisce che la morte ha perso il suo morso e che la tomba è stata sconfitta. Serviamo un Salvatore vivente che promette “Perché io vivo e voi vivrete” (Giovanni 14:19).

Il mattino di Pasqua inaugura una nuova creazione. La potenza che ha risuscitato Gesù dai morti è la stessa che oggi trasforma la vita dei credenti. Come spiega Paolo: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove” (2 Corinzi 5:17). La Risurrezione non è solo un evento storico da commemorare, ma una realtà presente che offre speranza, scopo e nuova vita a tutti coloro che credono.

LA RESTAURAZIONE DELL'INTERA CREAZIONE

Questa vittoria della Pasqua va oltre la salvezza personale e assume un significato universale. La risurrezione di Cristo dà inizio alla restaurazione di tutta la creazione, poiché Dio inizia a fare nuove tutte le cose. La tomba vuota dichiara che il peccato, la morte e Satana sono nemici sconfitti. Sebbene in questa contemporaneità si combatta ancora contro il male, la guerra è stata vinta in modo decisivo. Così Paolo lo proclama trionfalmente: “Ringraziato sia Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo” (1 Corinzi 15:57).

La risurrezione conferisce ai credenti anche il potere di svolgere il servizio cristiano. Lo stesso Spirito che ha risuscitato Cristo dai morti abita nei credenti, permettendoci di vivere vittoriosamente e di servire efficacemente. Così come ha pregato Paolo, possiamo sapere “Qual è verso di noi che crediamo l'immensità della sua potenza. Questa potente efficacia della sua forza egli l'ha mostrata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nei luoghi celesti” (Efesini 1:19-20).

Il Cristo vivente ci ha incaricati di condividere questa buona notizia con un mondo che ha un disperato bisogno di speranza. Le donne al sepolcro ricevettero il primo mandato evangelico: “Andate presto a dire ai suoi discepoli: ‘Egli è risuscitato dai morti’” (Matteo 28:7). Questo incarico si estende a tutti i credenti di oggi. Siamo testimoni della sua risurrezione, chiamati a proclamare il messaggio della Pasqua in ogni angolo della terra.

NON È SOLO UN EVENTO DEL PASSATO, MA UNA REALTÀ DEL PRESENTE

In questo periodo di Pasqua, rallegriamoci del nostro Signore risorto, che ha vinto la morte e ci ha assicurato la salvezza eterna. Accogliamo il potere della sua risurrezione nella nostra vita quotidiana, permettendo alla sua vittoria di trasformare le nostre sconfitte in trionfi. Mentre celebriamo la tomba vuota, possiamo fare eco alle parole dell'antico saluto cristiano: “È risorto! È veramente risorto!”

La bellezza della Pasqua non sta solo negli eventi storici che commemoriamo, ma nel loro continuo potere di trasformare le vite di oggi. Poiché Egli vive, possiamo affrontare il domani con fiducia, sapendo che nulla può separarci dal suo amore. Per questo Paolo dichiara: “In tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati” (Romani 8:37).

Che questa Pasqua possa riempire i nostri cuori di una rinnovata gioia per il nostro Salvatore risorto, di una più profonda gratitudine per il suo sacrificio e di un nuovo impegno al suo servizio. La tomba è vuota, la morte è sconfitta e Cristo regna vittorioso. Questa è la gloria della Pasqua: non solo un evento passato, ma una realtà presente che offre speranza, scopo e vita eterna a tutti coloro che credono nel Signore risorto.

“Or il Dio della pace che in virtù del sangue del patto eterno ha tratto dai morti il grande pastore delle pecore, il nostro Signore Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, affinché facciate la sua volontà, e operi in voi ciò che è gradito davanti a lui, per mezzo di Gesù Cristo; a lui sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen” (Ebrei 13:20-21).

Generale Lyndon Buckingham

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